Consonno la storia del paese fantasma | MTBT

Pubblicato il 27 Maggio 2019

Il mio equipaggiamento lo trovi qui http://www.mountainbikingtube.com/category/my-amazon.html Questa è la storia del Conte Mario Bagno e del suo sogno di costruire a Consonno a 20km da Lecco, la Las Vegas Lombarda, e che da città dei balocchi si è ora trasformata in una città fantasma. Nel dopoguerra, il conte bagno sfonda facendo un sacco di soldi fabbricando case e costruendo autostrade. All’inizio dei favolosi anni Sessanta, ormai ricco sfondato, decide che è venuto il momento di dar vita al progetto partorito da ragazzo: una città dei balocchi per adulti. Il luogo scelto è il borgo di Consonno, perché quella frazione s’affaccia al bellissimo Monte Resegone ed ha l’aria buona Il borgo, nato nel 1400, era composto da cento case e centosettanta ettari di terreno, gli viene venduto al prezzo di ventidue milioni di vecchie lire, pochissimo. Siamo nel 1962 e con il benestare dei politici di allora, il Conte rade al suolo l’intero borgo costringendo 60 famiglie a cercar casa altrove, perché da li a poco avrebbe dovuto sorgere il più grande “parco dei divertimenti della Lombardia”, “la Rimini brianzola”. In quattro e quattro otto, con materiali scadenti, il Conte Bagno edifica un mostro, giganteschi edifici di sabbia e cemento ricopiati dalle cartoline che gli mandano i suoi amici ricchi dall’India o dall’Egitto o dall’America o dal Sud Africa. E’ ancora tutto lì, da vedere, oggi, nel 2019, pare Chernobil: Si vedono ancora i resti del minareto, del night club, della torre araba, del bar giapponese, del grand hotel francese, della collina dimezzata con la dinamite, “tagliata a metà per vedere il panorama”. E poi i cartelli arrugginiti, “Qui è tutto meraviglioso”, “A Consonno è sempre festa”, diceva lo slogan Ed è stato davvero così, un decennio di luci fino all’alba, tra il 1965 e il 1975, coi big della musica italiana a cantare, Celentano, Johnny Dorelli, Mina, Milva, i Dik Dik, un po’ come dire adesso Cesare Cremonini, Ligabue, Emma, la Pausini e i Negramaro insieme a far serata all’Aquafan Il conte Bagno pero’, non ha fatto i conti con due cosine mica da ridere: la natura che se oltraggiata te la fa pagare con gli interessi e le elezioni comunali del comune di Olginate, il paese dove hanno trovato casa gli sfollati di Consonno dopo che il conte aveva raso al suolo il borgo. C’è la frana del 1976, che distrugge l’unica strada per raggiungere la Las Vegas lariana, e ci sono i nuovi amministratori, che guarda caso alcuni di questi erano gli sfollati del borgo, che non gliela fanno più sistemare. E’ un attimo e per il Conte la sua personale fiaba diventa il peggior incubo non solo per lui, ma anche per gli eredi. Dalla città dei balocchi al paese fantasma. Recentementi erano girate voci di un possibile investimento da parte di Francesco Facchinetti, ma purtroppo l’affare è sfumato e quindi Il fantasma del Conte Mario Bagno continuerà a girare indisturbato tra le rovine del suo sogno ancora per molto tempo   Iscriviti a MTBT: Subscribe